POSSIAMO GUADAGNARE COL BITCOIN? FACCIAMO UN PO DI CHIAREZZA!

bitcoin, un fenomeno relativamente giovane eppure ha fatto parlare di se tutto il mondo in poco tempo. Tanto è vero che in soli pochi anni, il bitcoin si è guadagnato la possibilità di diventare merce di scambio per provvedere all'acquisto di diversi beni di consumo come ad esempio automobili usate o contratti di sviluppo software. In Svizzera ad esempio, in uno dei cantoni più ricchi, è possibile pagare con i bitcoin alcuni servizi pubblici, tra cui la sanità e i trasporti.
Alcuni commercianti invece, utilizzando siti di cambio, permettono di cambiare bitcoin in diverse valute, ivi compresi dollari statunitensi, euro, rubli russi e yen giapponesi. Il controvalore totale dell’economia bitcoin, calcolato a dicembre 2012 era di circa 140 mln di dollari statunitensi, in aprile 2013 è aumentato fino a raggiungere quota 1,4 mld di dollari statunitensi. Da questo dato, possiamo evincere l’esplosività di questo strumento.

Ma precisamente cos'è il bitcoin?
Il bitcoin è una cripto valuta creata nel 2009 da un anonimo inventore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.
Dagli esperti di finanza non viene classificato come una moneta, ma come un mezzo di scambio altamente volatile, quindi con enormi oscillazioni sia in positivo che in negativo. Il valore è determinato unicamente dalla leva domanda e offerta. Il sistema bitcoin utilizza un database distribuito tra i nodi della rete che tengono traccia delle transazioni, ma sfrutta la crittografia( scritture nascoste ) per gestire aspetti funzionali come la generazione di nuova moneta e l’attribuzione della proprietà di bitcoin.

Come vengono generati i bitcoin?
La rete bitcoin crea e distribuisce in maniera completamente casuale un certo ammontare di monete all'incirca sei volte l’ora a tutti coloro che contribuiscono tramite la propria potenza di calcolo alla gestione e alla sicurezza della rete stessa. Per rendere più comprensibile questo concetto possiamo provare ad immaginare il tutto come come un immenso numero di utenti che mettono a disposizione i propri computer per la rete bitcoin.
Questo processo è chiamato ‘’gold mining’’ ( estrazione di oro ). La probabilità che un certo utente ricavi la ricompensa in monete dipende dalla potenza computazionale che aggiunge alla rete relativamente al potere computazionale totale della rete stessa.

Cosa ne pensano gli esperti?
Warren Buffet, l’oracolo dei mercati ha dichiarato che non investirà mai nelle cripto valute.
L’investitore plurimiliardario che oggi vanta un patrimonio superiore agli 80 mld di dollari crede che ‘’ le cripto valute faranno una brutta fine’’.
La sua opinione a riguardo sembra piuttosto ferma: ‘’ non puoi valutare il bitcoin, perché non è un bene produttivo di valore, è una vera è propria bolla in questo senso’’. Secondo Buffet le cripto valute non sono investimenti tangibili, non generano guadagni ne pagano dividendi; le persone che comprano bitcoin stanno facendo una scommessa al pari di una puntata ippica.

A casa nostra invece, il presidente dell’IVASS, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, mette in guardia i suoi concittadini affermando : ’’ i bitcoin non sono monete, ma aggeggi speculativi. Il loro valore sale e scende solo in seguito di movimenti speculativi…purtroppo non esiste un’autorità mondiale in grado di bloccare il bitcoin ad oggi ci vorrebbe un accordo tra tutti i paesi, nessuno escluso, altrimenti sarebbe inefficace’’.
A confermare questa tesi è l’entrata in vigore nel 2018 delle nuove norme antiriciclaggio , e pare che queste ultime non regoleranno le piattaforme di scambio delle cripto valute e i portafogli digitali.
Mentre gli esperti di finanza mettono in guardia gli eventuali investitori in bitcoin, d’altro lato c’è anche chi ci ha guadagnato un bel gruzzoletto.
Ad esempio i fratelli Winklevoss, famosi per essersi contesi la proprietà intellettuale di Facebook con Mark Zuckerberg, nel 2013 decisero di investire 11 mln di dollarai in bitcoin, operazione che gli ha fruttato 11 mld di dollari.
Una storia che ha dell’incredibile.

In conclusione, al momento non ci si può fare un’dea precisa su quello che sarà il futuro del bitcoin, certo è che non bisognerebbe investirci denaro che non ci si può permettere di perdere.

Giovanni Ginolfi.




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